Yuval Noah Harari, Sapiens. Da animali a dei
Sapiens, da animali a dei
Avete presente la Qubo? La macchina della Fiat, quella cubica, dal design “semplice”. Chiunque l’abbia fatta o è un genio o è un impedito. Non c’è via di scampo, o la trovi bellissima o abominevole. Beh, se non sapete di che macchina si tratti allora è perché in famiglia non ne avete mai avuta una. Questa macchina è vittima di uno strano fenomeno che io chiamo effetto Qubo e cioè che nessuno la nota mai né sa che macchina sia ma quando ne si entra in possesso la si vede ovunque e ci si accorge che è pieno di Qubo (peggio della Panda) e allora ci si chiede perché diamine non la si è notata prima.
Ok ma che c’entra?
In primis chiedo scusa a chiunque se ne intenda un minimo di psicologia, sono sicuro che l’effetto Qubo esista e abbia un nome vero molto più serio (se lo sapete mettetecelo nei commenti col link di Wikipedia così imparo qualcosa). In secondo luogo, questo preambolo era per parlarvi di un libro che non avevo mai sentito ma che una volta che mi è capitato tra le mani ho scoperto essere tra le mani di un sacco di altre persone e cioè Sapiens, da animali a dei di Yuval Noah Harari. Si presenta bene, è un bel tomo, è un saggio. L’ideale per fare gli intellettuali in treno.
Si tratta di un riassunto per sommi capo della storia dell’umanità dal punto di vista storico, sociale, politico, economico e biologico. “Quanta roba – direte voi – ma ce la farà a trattare tutto in un libro?” La risposta è: non proprio. All’inizio devo dire di aver divorato le prime 150 pagine in un pomeriggio e di averlo riempito di pieghe e sottolineature. Mi sembrava tutto così chiaro e semplice. È pieno di informazioni interessanti e idee a cui non avevo mai pensato. Poi ho cominciato a leggere con un po’ più di occhio critico.
Ovviamente cercare di trattare argomenti così complessi e attualmente in via di sviluppo rischia di rendere le cose semplificate anzi che semplici, di banalizzarle. Per quanto riguarda il mio campo di conoscenze (prettamente biologiche) devo dire che mi sono accorto, e mi è stato confermato da esperti del settore, che nonostante scriva solo concetti che siano parte di una qualche teoria Biologico-Evoluzionistica capita che affianchi teorie ben consolidate e provate ad altre meno provate o provabili e forse un po’ più azzardate senza esplicitarlo. In generale poi è difficile che, con il livello di specializzazione che abbiamo adesso, un qualsiasi professionista, benché informato e interessato, riesca a uscire così tanto dalla sua area di studi e trattare così tanti argomenti, così tanto diversi. . Lui comunque non è un signor chiunque, è un professore di storia con degli studi eccellenti alle spalle ma in soldoni, suona strano che possa saperne così tanto su così tanti campi di studio e se io mi sono accorto di qualche sgarro per quel po’ che ho studiato non posso rendermi conto della validità o meno di ciò che dice per tutto quel che invece non so. Ho dovuto prenderlo in parola, ma confesso di non essermi fidato moltissimo. Alcune teorie sue sulla società moderna e le contraddizioni intrinseche che si porta con sé (come la contraddizione Libertà-Uguaglianza) mi hanno fatto abbastanza storcere il naso ma oh, non dobbiamo essere mica tutti d’accordo. Più che altro non trovo corretto partire da delle premesse biologiche (“per natura siamo fatti così”) e arrivare a delle conclusioni antropologiche (“quindi questo spiega perché viviamo in tal tipo di società”) perché le variabili in gioco nella specie umana sono troppe e troppo complesse per ridurla in questi termini. Da ultimo la conclusione in cui fa le previsioni sul futuro della specie umana sono quelle che certi definirebbero molto finemente come una “pisciata fuori dal vasetto”. Pars destruens fatta.
Ma ce l’avrà qualche pregio? Beh si, innanzitutto è un ottimo divulgatore. Scrive in modo molto fluido e i suoi esempi sono molto chiari, sa rendere le cose in modo molto leggero. Secondo di tutto un libro del genere ci permette di avere un’inquadratura globale della nostra specie per cui non è fondamentale scendere nei dettagli e ci dà una visione (che spesso ci manca) di insieme di molti aspetti e discipline che noi consideriamo a compartimenti stagni ma che così non sono. Infine, ha il pregio di prendere molto spesso punti di vista inconsueti quindi di riempirti di spunti interessanti su cui riflettere.
Ciò detto io penso che se non lo abbiate letto non vi perdiate nulla di che. Per carità, se ve lo ritrovaste sotto l’albero vale comunque la pena leggerlo, sarete pieni di curiosità interessanti da conversazione e spunti per far domande interessanti ma attenzione a non illudervi di esservi istruiti su qualcuno dei temi che affronta o di prenderlo come un profeta odierno.
Un libro come questo io lo ritengo una trappola seducente. È uno di quei libri che ci lusinga il cervello, ci fa capire tutto alla svelta, ci illude e ci sussurra di aver compreso a fondo argomenti la cui complessità sovrasta la nostra immaginazione. Ci fa credere di essere esperti e informati e, se non presi con le pinze, ci porta a scrivere grandi trattati su facebook per spiegare al mondo perché non ha capito nulla. Perché è bello sentirsi intelligenti e acculturati, è naturale volerlo ma è lungo e laborioso diventarlo.
Mitch (Michele Vico)