Un incipit al giorno: Adi Alsaid, Via con te
Hudson riusciva a sentire il motore dell’auto da alcuni isolati di distanza. Uscì dall’autofficina e chiuse gli occhi, in ascolto, distinguendo i suoni uno a uno, così che ancora prima di aprire il cofano avrebbe saputo esattamente quello che c’era da riparare. Appoggiato al muro, concentrato sull’auto ancora lontana, Hudson riusciva a dimenticare tutto il resto: la scuola e le ragazze e il suo futuro e se i suoi amici fossero dei veri idioti o si comportassero solo come tali. Con gli occhi chiusi Hudson riusciva a ridurre il mondo a un motore, un mondo di cui non solo conosceva ogni singolo pezzo ma sapeva anche a cosa serviva, come funzionava, come poteva ripararlo.
Aprì gli occhi quando udì stridere i freni dell’auto che rallentava per entrare nell’autofficina. Era una vecchia Plymouth Acclaim, il genere di macchina che si è felici di mandare in discarica oppure si ama con tutto il cuore e ci si rifiuta di lasciare. Aveva visto giorni migliori, la vernice rossa era scrostata e sbiadita, la marmitta tutt’altro che silenziosa. Hudson fece un cenno con la mano all’autista perché avanzasse verso di lui. Stava ancora individuando i problemi dell’auto quando la ragazza spense il motore e scese.
Le diede solo una rapida occhiata e subito capì che era il genere di ragazza senza la quale si poteva definire la propria vita incompleta.