Un incipit al giorno: Veronica Roth, Insurgent
MI SVEGLIO con il suo nome sulle labbra.
Will.
Prima ancora di aprire gli occhi, lo vedo di nuovo crollare a terra.
Morto.
Sono stata io.
Tobias si accovaccia davanti a me, appoggiandomi una mano sulla spalla sinistra, mentre il treno sobbalza sui binari. Marcus, Peter e Caleb sono vicini all’entrata. Faccio un respiro profondo e trattengo l’aria nella speranza di alleviare la pressione che mi sta montando nel petto.
Soltanto un’ora fa, niente di quello che è successo mi sembrava reale.
Ora invece sì.
Espiro, ma la pressione non se ne va.
«Forza, Tris» mormora Tobias, guardandomi negli occhi. «Dobbiamo saltare.»
È troppo buio per capire dove ci troviamo, ma il treno sta procedendo in discesa quindi dobbiamo essere nei pressi della recinzione. Tobias mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna verso il portellone aperto.
Gli altri saltano giù, uno dopo l’altro: prima Peter, poi Marcus, infine Caleb. Prendo la mano di Tobias. Il vento è più forte sulla soglia della carrozza e mi spinge verso l’interno, come una mano che voglia riportarmi verso la sicurezza.
Ci lanciamo nel buio.