Un incipit al giorno: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Gillian, mia sorella, ha deciso di pronunciare il suo nome con la g dura lo stesso giorno in cui mia madre è tornata dalla luna di miele in anticipo e da sola. Le due cose non mi hanno stupito. Gillian, che era fra il terzo e il quart’anno di università, aveva una storia con un professore di « teoria del linguaggio», un certo Rainer Maria Schultz, e era diventata una specie di fanatica della «lingua pura», di cui Ghillian doveva essere un esempio. Mia madre, invece, aveva deciso piuttosto avventatamente di sposare un tipo strano che si chiamava Barry Rogers. Io e Gillian avevamo sospettato da subito che quel matrimonio (il terzo) non sarebbe durato, ma pensavamo che sarebbe sopravvissuto almeno alla luna di miele, anche se avevamo appreso con un certo scetticismo che l’avrebbero fatta a Las Vegas. Lei, che per tutta la vita aveva sempre evitato come la peste quel genere di posti, snobbando beata chiunque ci andasse o pensasse solo lontanamente di andarci, aveva annunciato, con un tono preoccupante da lavaggio del cervello, che la luna di miele a Las Vegas era « divertente» e «diversa dalle altre» (una in Italia con mio padre, l’altra alle Galapagos con il secondo marito). Quando mia madre usava la parola « divertente » bisognava stare in guardia, così le ho ricordato la scuola di vela dove mi aveva spedito a dodici anni; lei ha ammesso che in quel caso avevo ragione, ma non vedeva cosa c’entrasse. Ecco come se la raccontano gli adulti – o perlomeno mia madre.