Un incipit al giorno: Suzanne Young, The program
Nell’aria c’è odore di disinfettante, un mix di candeggina e d’intonaco fresco che ricopre di bianco le pareti. Vorrei che la professoressa aprisse la finestra per far entrare la brezza, ma siamo al terzo piano e quindi i vetri sono sigillati: non si sa mai, a qualcuno potrebbe venir voglia di buttarsi.
Sto fissando il foglio sul banco, quando Kendra Phillips si gira sulla sedia e mi osserva da dietro le lenti a contatto viola. «Non hai ancora finito?»
Guardo alle sue spalle per accertarmi che la professoressa Portman non ci veda, e poi le sorrido. «A quest’ora del mattino non ce la faccio ad auto-psicanalizzarmi» bisbiglio. «Quasi quasi preferisco studiare scienze.»
«Forse un caffè corretto con il QuikDeath ti aiuterebbe a concentrarti sul dolore.»
Sussulto… mi basta sentir nominare quel veleno per farmi venire l’ansia. Scruto attentamente Kendra: il suo sguardo è vacuo, così vuoto che neanche le lenti colorate riescono a colmarlo. Ha le occhiaie, il volto scavato. È esattamente il tipo di persona che può cacciarmi nei guai, eppure non riesco a distogliere gli occhi da lei.