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Murakami Haruki, Norwegian Wood

Murakami Haruki, Norwegian Wood

“I once had a girl or should I say she once had me she showed me her room Isn’t it good Norwegian wood?” Quella melodia e quelle parole mi facevano ricordare la chitarra di Reiko, I tempi dell’università, ma soprattutto Naoko. Non mi ricordo più come è fatta, ma io le ho promesso che non l’avrei mai dimenticata, devo riportarla in vita… Eravamo solo io, Kizuki e Naoko e passavamo le giornate insieme. Kizuki  era bravo e brillante in tutto io e Naoko potevamo solo rimanere ad ascoltarlo tutto il tempo, eravamo incantati da lui e le sue parole. Naoko e Kizuki stavano insieme ma io mi sentivo bene a stare con loro e loro con me. Ero stato io l’ultimo a vedere Kizuki il giorno che si tolse la vita, l’ultimo a giocare con lui a biliardo, l’ultimo che gli parlò; senza lasciare una spiegazione si tolse la vita  a 17 anni. Da quel giorno io e Naoko non parlammo più. Fino a quel giorno dopo anni: adesso penso di ricordare dei suoi bei capelli lisci neri come la pece appuntati con un fermaglio, i suoi occhi neri o forse verdi d’un verde sciupato, magari grigi marmorei e la bocca rossa che copriva quando rideva. Passeggiammo uno accanto all’altra, ma mantenendo le distanze e non parlammo mai di Kizuki lei si sentiva collegata a lui  come se anche lei fosse morta a metà. Il giorno del ventesimo compleanno di Naoko nacque la nostra storia d’amore, lei scoppiò a piangere. Io la avvolsi in un abbraccio e la accarezzai. Lei continuava a piangere e non si fermava più, volevo proteggerla. Quel giorno facemmo l’amore. Lei era troppo fragile, aveva bisogno di aiuto infatti andò in una clinica tra le montagne e io spesso andavo a trovarla, viveva insieme alla magnifica Reiko che ogni sera ci suonava la chitarra. Mi piacevano quelle serate, il suono della corde della sua bella chitarra che emetteva un dolce suono e io che intanto ammiravo la  pelle candida e morbida di Naoko e il suo sorriso che mi illuminava. In quel periodo tuttavia conobbi alcune persone: Nagasawa che era tanto perfetto e coerente con se stesso da essere quasi senza cuore e Midori che frequentava il mio stesso corso di dramma teatrale, era alternativa, ma stupenda la sua vita era piena di dolore ma non lo dava mai a vedere, lei la amava . Ma le cose si complicarono: adoravo passare il tempo con Midori non la volevo più lasciare, ma non potevo infrangere la promessa che avevo fatto a Naoko la quale continuava a peggiorare. Tutte le stelle prima o poi si spegneranno e così anche la mia Naoko iniziò il suo crepuscolo. Ma come avevo fatto a dimenticarla?.

Toru Watanabe, aeroporto di Amburgo

 

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Alessia Meziu

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