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Lois Lowry, The Giver

Lois Lowry, The Giver

Ci troviamo in un futuro dove il mondo è stato distrutto dalla Terza Guerra Mondiale e gli uomini hanno riorganizzato la loro vita in base a delle regole rigide ritenute indispensabili
per la sopravvivenza. Ormai tutti sono nati e cresciuti con questi limiti, tutti, tranne uno: il Donatore, colui che conserva tutti i ricordi degli uomini passati, ricordi di guerra, o felici, i colori… Ciò che a noi può sembrare ovvio, come ad esempio che ogni oggetto abbia un colore, o provare emozioni, il cambiare delle stagioni, per Jonas è inimmaginabile. Le città hanno preso il nome di Comunità e non ci sono differenze sociali, ogni cosa che potrebbe nuocere anche in modo minimo è stato abolito, seppellito per sempre.

Ogni unità familiare è formata da un uomo, che viene considerato il padre, e una donna, la madre, a cui vengono assegnati un maschio e una femmina. Questo significa che tra ragazzi e genitori non esiste un’ unione sanguigna, delle somiglianze fisiche o qualunque altra cosa che un bambino potrebbe ereditare geneticamente dal genitore. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Comitato degli Anziani durante una cerimonia annuale svolta nel mese di dicembre, quando ogni ragazzo salirà di un grado: i Cinque diventano dei Sei, i Sei dei Sette e così via, fino a diventare un Dodici, quando non si salirà più di grado ma verranno assegnati, in base a delle attente valutazioni degli Anziani, i Lavori. Ogni grado ha un segno di riconoscimento, come dei fiocchi o delle bici. Jonas sta per ricevere il proprio Lavoro, ma non si immagina cosa lo aspetta…

E’ un romanzo molto breve, primo di una serie composta da quattro libri, e si legge molto in fretta. Quando l’ho iniziato, non riuscivo ad ambientarmi nel contesto in cui mi trovavo, ma col passare delle pagine, sono riuscita a seguirlo senza problemi. La trama col tempo prende una piega intrigante, ma raramente ti lascia col fiato sospeso, questo rende un po’ impegnativa la lettura, ma se si ha un pomeriggio libero, può andare. Difficile immaginare un mondo dove non ci siano emozioni e nemmeno colori; ma, verso la metà del romanzo, si percepisce lo squallore di un mondo così, senza rischi e dolori, ma anche senza ricordi e radici familiari.

Il finale è imprevedibile e lascia veramente stupiti; consiglio questo libro ai ragazzi che non amano i libri lunghi ma che apprezzano i misteri, magari ragazzi non troppo piccoli, perché alcuni dei temi trattati sono un po’ difficili da capire.

Lois Lowry, The Giver il Donatore, Giunti, 1993

Olga Viggiano

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