L’incipit della settimana: Patrick Ness, Molto più di questo
“Eccolo qui, il ragazzo, mentre affoga.
Durante questi attimi finali non è l’acqua a dargli il colpo di grazia, ma il freddo. Gli ha strappato le ultime energie, i suoi muscoli induriti e doloranti sono inservibili, e non conta più nulla quanto si dia da fare per restare a galla. È giovane, forte, sui diciassette anni, ma le ondate gelide continuano ad arrivare, e ognuna sembra più intensa della precedente. Lo ribaltano, lo sballottano e lo trascinano giù, sempre più giù. Anche quando riesce a rifiatare, nei pochi terribili istanti in cui riemerge, trema così tanto che a stento prende una mezza boccata d’aria prima di affondare di nuovo. Non gli basta, ogni volta è di meno, e ne avverte un bisogno estremo nel petto, mentre cerca inutilmente di procurarsela.
Ora è completamente in preda al panico. Sa di essere stato trascinato troppo lontano dalla riva per poter tornare indietro, e a ogni onda la corrente gelida lo spinge più al largo, verso quelle rocce che rendono questo tratto di costa particolarmente insidioso. Sa anche che nessuno potrà accorgersi in tempo della sua scomparsa, nessuno potrà lanciare l’allarme prima che l’acqua lo inghiotta. E non lo salverà neppure il caso: in spiaggia non ci sono cercatori di metalli, né turisti pronti a tuffarsi per soccorrerlo, non in questo periodo dell’anno, non con questo freddo.
È troppo tardi per lui.
Morirà.
E morirà da solo.
Patrick Ness, Molto più di questo, traduzione di Giuseppe Iacobaci, Mondadori (Chrysalide), 2021, pp.420, €20 (ebook €10,99)