L’incipit della settimana: Murakami Haruki, La strana biblioteca
Nella biblioteca regnava un silenzio assoluto, più profondo del solito. Mentre avanzavo sul linoleum grigio del pavimento, le mie scarpe di cuoio nuove di zecca scricchiolavano in maniera strana, non mi parevano neanche le mie. Ogni volta che metto delle scarpe nuove, mi ci vuole un po’ di tempo per abituarmi al loro suono.
Al banco dove si prendevano i libri in prestito era seduta una donna che non conoscevo, assorta nella lettura di un volume molto spesso. Spesso e largo. Dal movimento dei suoi occhi, sembrava che col sinistro leggesse la pagina di sinistra, col destro quella di destra.
– Mi scusi, – dissi.
La donna mise giù il libro con un colpo secco, alzò il viso e mi guardò.
– Sono venuto a restituire questi, – dissi posando due libri sul banco. Uno si intitolava Come costruire un sottomarino, l’altro Memorie di un guardiano di pecore.
La donna guardò dietro le copertine per controllare la data di consegna. L’avevo rispettata, naturalmente. Rispetto sempre le date di consegna. È quello che mi ha sempre raccomandato mia madre. La stessa cosa vale per i guardiani di pecore. Se non rispettano gli orari, le pecore finiscono con l’agitarsi.
La donna appose il timbro «restituito» sulla scheda dei libri, e si rimise a leggere.
– Vorrei prenderne in prestito altri, – le dissi.
– Scendi la scala e vai a destra, – mi rispose lei senza nemmeno alzare il viso. – Stanza 107, in fondo al corridoio. –