L’incipit della settimana: M.T.Anderson, Paesaggio con mano invisibile
Sotto le stelle una cittadina si prepara alla notte. Sono quasi le undici. Nelle case a forma di scatola le persone si preparano ad andare a letto. I fari delle auto scivolano lungo le strade strette. I lampioni della via principale illuminano i parcheggi vuoti. I negozi sono chiusi, ormai. Le colline sono buie.
A vedere tutto questo sono due adolescenti su un’altura, lungo una strada chiamata il Vicolo dell’Amore.
Sono seduti in una macchina con le pinne anni Cinquanta parcheggiata e stanno “pomiciando”. Lei ha un maglione attillato; lui un giubbotto con lo stemma della scuola. Il panorama della loro città, il luogo in cui sono cresciuti, li rende romantici e così si strofinano sopra il cambio. «Caspita, Brenda» dice il ragazzo.
A vedere tutto questo è la creatura tra i cespugli.
Steli di un qualche vegetale terrestre bloccano la visuale dei suoi occhi globulosi. La creatura spinge da parte i rami con una zampa. Osserva i due spuntini capelluti che si dimenano nella scatola di metallo e si chiede che senso ha schiacciarsi in quel modo. Ha il respiro pesante. Con uno scatto traballante si fa avanti. I rami si spezzano. È sull’asfalto. È accanto alla macchina.
A vedere tutto questo sono centinaia di adolescenti, che guardano terrorizzati.
I ragazzi e le ragazze strillano e si stringono tra loro. Le coppie sorridono. Sono seduti in macchine con le pinne anni Cinquanta e stanno “pomiciando”. Lo schermo del film sopra il prato pieno di auto si riflette sui loro parabrezza.
Naturalmente quando è arrivata, l’invasione interstellare aveva tutto un altro aspetto.
M.T. Anderson, Paesaggio con mano invisibile, traduzione di Bérenice Capatti, 2018, Rizzoli, pp.168, €16