L’incipit della settimana: Holly Goldberg Sloan, Il mondo da quaggiù
Passo un sacco di tempo a guardare in su.
I miei genitori non sono bassi, anzi, la mamma può essere definita alta, direi. Ma nonna Muffola (la chiamiamo davvero così) è molto piccola. Non sono brava in scienze, ma so che a volte i geni di un’altra generazione ti si intrufolano dentro e scombinano tutto il meccanismo. Forse per aiutarti a legare meglio con gli anziani della famiglia.
Quando ero in terza, una sera ho sentito che mi stava venendo il mal di gola. Sono scesa di sotto per chiedere un’aspirina, o almeno un bicchiere d’acqua tiepida e sale per i gargarismi. Se avessi trovato l’ultimo biscotto sul vassoio del dolce, pensavo, anche quello mi avrebbe fatto bene. I miei genitori erano in soggiorno, e ho sentito mio padre che diceva: “Be’, siamo fortunati che Giulia sia femmina. Pensa se fosse stata un maschio, bassa com’è!”
Mi sono bloccata. Stavano parlando di me.
Mi aspettavo che la mamma rispondesse: “Ma dai, Glen, non è così bassa”, ma non l’ha fatto. Ha detto: “Vero? Tutta colpa della mamma. Questa cosa gliel’ha fatta Muffola”. E sono scoppiati tutti due a ridere.
Mi avevano fatto qualcosa.
Qualcosa che era come un delitto.
Holly Goldberg Sloan, Il mondo da quaggiù, traduzione di Loredana Baldinucci, Mondadori, 2017, pp.303, €16.