L’incipit della settimana: Cary Fagan, The big swim
Sapevamo che era cattivo prima ancora che arrivasse. Non sapevo chi avesse messo in giro queste voci, o quanto fossero vere. Sapevo solo che di lui si parlava tanto e malissimo. «Una volta ha legato un giornale alla coda di un cane. Era il cane del maestro di vela a Campo Sherwood», disse Sventola. Sventola dormiva nel letto a castello nell’angolo opposto al mio, il più lontano dalla porta. Il suo era un bell’angoletto privato, perfetto per starsene tranquilli. Ma non per quei ragazzi che devono alzarsi di notte per fare pipì. Io sono uno di quei ragazzi. Era una notte di luna piena e io potevo vedere il braccio e la gamba di Sventola pendere dal letto come quelli di una scimmia. «Vi dico che poi ha dato fuoco al giornale. E il cane ha avuto ustioni di secondo grado. Lo hanno dovuto abbattere», continuò Sventola. «Io pensavo che fosse successo a Campo Kalumet», intervenne Tex. «Il cane era del maestro di ceramica, e hanno dovuto solo amputargli la coda.» «In un altro campo ha spaccato tutte le canoe con un’ascia», disse Slurp, con la bocca piena, anche se mangiare a letto era proibito. «Ci sono voluti 5 assistenti per tenerlo fermo, e a uno di loro ha quasi staccato la testa.» «Come “quasi”? Vuoi dire che si è fermato a metà?» «Al Campo Acqua Azzurra invece ha versato vernice arancione nelle sacche della biancheria sporca, e ha rovinato i vestiti a tutti», aggiunse Tigre. «A Campo Mocassin ha gonfiato di botte un ragazzino senza motivo», disse Oplà.
Cary Fagan, The big swim. La grande prova, Biancoenero, 2016, pp.95.