L’incipit della settimana: Frances Hardinge, L’albero delle bugie
Il battello ondeggiava ad un ritmo incessante, nauseabondo, come qualcuno che ruminasse un dente marcio. Le isole, appena visibili attraverso la foschia, anche quelle parevano denti, decise Faith. Non denti perfetti e bianchi di Dover, ma denti consumati, spezzati, che sbucavano storti dal mare grigio e increspato. Lo scafo si spingeva ostinato tra le onde, lordando il cielo di fumo viscido.
“Falco pescatore”, disse Faith tra i denti che battevano, e lo indicò.
Il fratellino di sei anni, Howard, si voltò, non abbastanza rapido da vedere il grosso volatile, il cui corpo pallido e le ali dalle punte scure già si dileguavano nella nebbia. Faith fece una smorfia mentre il bimbo si dimenava sulle sue ginocchia. Se non altro aveva smesso di chiederle della bambinaia.
“È lì che andiamo?” Howard sbirciò le isole evanescenti dinanzi a loro.
“Sì, How.”
Frances Hardinge, L’albero delle bugie, Mondadori, pp.414, € 17.