Le salite e le discese del cuorcontento di Violeta Parra
“Ho tanti di quei ricordi, che la mia testa sembra una cesta piena di gatti”
Così racconta Violeta Parra quando a quindici anni, la prima volta che viaggia da sola in treno diretta a Santiago, decide di mettere in ordine i suoi ricordi d’infanzia, che per lei sono un tesoro, il tesoro di un tempo felice.
Incuriosite dallo spettacolo a cui abbiamo assistito, abbiamo ricostruito la biografia di Violeta Parra e abbiamo scoperto non solo che a lei si deve la codificazione della musica popolare cilena, ma anche che è stata la prima artista sudamericana a esporre al Louvre. La Violeta di cui ci siamo innamorate, però, è la ragazzina che compie il viaggio dall’infanzia all’adolescenza con occhi liberi e curiosi, con il sostegno di una famiglia numerosa e unita, capace di superare a “cuor contento” anche i momenti più difficili.
Il reading musicale, con la voce di Teresa Porcella, traduttrice del racconto di Ana Maria del Rìo e l’accompagnamento musicale di Gianni Cammilli è un viaggio nel cuore di Violeta, una sinfonia di emozioni in cui ridiamo con lei quando i gitani vogliono comprarla dalla madre e ci commuoviamo quando la madre culla per tre giorni il fratellino morto di polmonite.
E poi la musica: alcune canzoni già sentite, altre per noi sconosciute, ma tutte capaci di parlare un linguaggio universale, perfettamente integrate in un unico tessuto con le parole di Violeta e le immagini proiettate.