Un incipit al giorno: Gemma Malley, La dichiarazione
Il mio nome è Anna.
Mi chiamo Anna e non dovrei essere qui. Non dovrei nemmeno esistere.
Invece esisto.
Non è colpa mia, se sono qui. Non ho chiesto io di venire al mondo. Ma, se anche l’avessi fatto, ciò non migliorerebbe le cose. Mi hanno presa presto, il che è un bene. Comunque, questo è ciò che dice la signora Pincent, la donna che dirige Grange Hall. Noi la chiamiamo Direttrice. Grange Hall è il posto in cui vivo. Il luogo in cui le persone come me vengono portate affinché diventino Utili (il meglio da una pessima situazione di partenza, come dice la signora Pincent).
Non ho un altro nome. Al contrario della signora Pincent. Il nome della signora Pincent e Margaret Pincent. Alcuni la chiamano Margaret, ma quasi tutti la chiamano signora Pincent, mentre noi la chiamiamo Direttrice. Ultimamente ho iniziato anch’io a chiamarla signora Pincent, anche se non di fronte a lei: non sono così stupida.
Le persone Legali di solito hanno due nomi, se non di più.
Io no, invece. Io sono soltanto Anna. Le persone come me non hanno bisogno di avere più di un nome, dice la signora Pincent. Uno basta e avanza.
In realtà, a lei non piace nemmeno il nome Anna; mi ha detto che ha tentato di cambiarmelo quando sono arrivata qui. Ma ero una bambina ostinata, dice la signora Pincent, e mi rifiutavo di rispondere a qualsiasi altro nome, e così alla fine si è arresa. Ne sono contenta; Anna mi piace, come nome, anche se me l’hanno dato i miei genitori.
Odio i miei genitori.