Janne Teller, Niente
“Niente” è un libro scritto dalla scrittrice Janne Teller, e racconta la storia di un bambino di nome Pierre Anthon, che all’età di tredici anni si rende conto che niente ha senso, andando così a vivere su un albero di susine in attesa della morte.
Il comportamento bizzarro del ragazzo e il suo continuo atteggiamento di scherno nei confronti degli altri ragazzi, che tutte le mattine passano davanti a quell’albero per andare a scuola, fa scaturire in loro la voglia di far scendere a tutti i costi Pierre dal susino.
Per farlo devono riuscire a dimostrargli che esista qualcosa per cui vale la pena vivere, qualcosa che abbia un significato. Da qui parte l’idea di accumulare una serie di oggetti importanti per ognuno di loro, per creare in seguito la cosiddetta “Catasta del significato” da mostrare infine a Pierre. Ognuno dei ragazzi deve scegliere per un’altra persona l’oggetto dal quale essa è costretta a separarsi, fino a che non si sarà concluso il giro e tutti non avranno portato qualcosa. Col passare del tempo però la situazione comincia a peggiorare, perché le richieste diventano sempre più pesanti e di conseguenza si creano delle situazioni di conflitto che andranno poi a degenerare in vera e propria cattiveria.
Insomma questo libro è un vero e proprio capolavoro, anche se angosciante dall’inizio alla fine. Mostra la parte brutale di ragazzini di tredici anni, portati agli estremi pur di trovare qualcosa che sia in contrasto con quello che afferma Pierre. Non tanto per dimostrarlo a lui ma quanto per provare a se stessi che esiste una determinata cosa per la quale vale la pena lottare, sognare … vivere.
Questo racconto ci mette davanti a un vero e proprio dilemma esistenziale, e il fatto che la scrittrice abbia voluto mettere tutta questa consapevolezza in mano a dei bambini assume un valore ancora più significativo, dandoci modo di riflettere e facendoci capire che dobbiamo essere noi a decidere se attribuire oppure no significato a qualcosa.
Non sempre sarà facile trovare la motivazione che ci faccia andare avanti, ma è necessario farlo se si vuole continuare a vivere con un obbiettivo, uno scopo che ci faccia alzare la mattina e riaddormentare la sera con la convinzione di aver vissuto la giornata al meglio e con la voglia di ricominciare il mattino seguente. In fondo potremmo definire la vita una vera e propria lotta continua contro il vuoto, la paura e l’infelicità. E di questa cosa ne sono consapevoli tutti, persino dei bambini delle scuole medie, infatti non è solo un problema degli adulti, come si crede la maggior parte delle volte.
Perciò dipende tutto da come una persona decide di passare il resto dei propri giorni: se come Pierre, cadendo in uno stato di nichilismo assoluto, o cercando di trovare ogni mezzo pur di aggrapparsi a ciò che ci rende vivi.
Eleonora Boni
Janne Teller, Niente, trad. di M.V.D’Avino, Feltrinelli, 2012, pp.119
NB: l’autrice della recensione è ritratta nell’immagine in evidenza mentre legge il romanzo.