I lettori ci scrivono: Takoua Ben Mohamed, Il mio migliore amico è fascista
Roma, settembre 2005. Takoua è una ragazza musulmana, di origine tunisina che
porta il velo, frequenta il primo anno di liceo, il suo compagno di banco Marco è il
ragazzo più odioso della classe, lui porta magliette con la svastica e dice di essere
fascista, anche se non sa nemmeno bene cosa voglia dire.
Il problema però che a essere diffidente non è solo Marco, anche gli altri guardano
Takoua e la sua famiglia con “sospetto”. Un giorno sull’autobus un signore molto
maleducato comincia ad insultare Takoua e lei ne rimane traumatizzata, non si sente accettata e soffre.
Il giorno dopo Marco la vede triste e venendo a sapere di quanto era accaduto, cerca di consolarla e le chiede scusa di tutte le volte che anche lui si era comportato male con lei. Da quel momento diventeranno “migliori amici”.
Questo romanzo racconta fatti di razzismo e diffidenza per chi viene considerato
“diverso” solo per il colore della pelle, per la religione o per il paese di provenienza,
ma insegna anche ad imparare a non giudicare chi non è uguale a noi e a scoprire il valore dell’amicizia.
Mi è piaciuto moltissimo perché fa riflettere sul fatto che bisogna accettare la
“diversità” degli altri senza avere pregiudizi e che si deve fare attenzione alle parole dette con cattiveria, perché possono ferire i sentimenti delle persone.
Nicole Matta
Takoua Ben Mohammed, Il mio migliore amico è fascista, Rizzoli, 2021, pp. 252, €16.50