Charles Bukowski, Pulp
La storia è ambientata nella Los Angeles degli anni ‘70, ma non la Los Angeles che vediamo come sfondo nei film, non quella città dove le persone sorseggiano champagne mentre parcheggiano la Ferrari nella villa privata a Beverly Hills, oh no, lo scrittore decide di descrivere la parte più degradata della città, dove ‘nemmeno un cane verrebbe a razziare degli avanzi’, ed è in questa atmosfera che l’investigatore Belane, protagonista dell’enigmatico romanzo, cadrà in trappole, risolverà casi, e inseguirà il “passero rosso”, tutto questo con la compagnia della bellissima “Signora Morte”.
Ma cos’è il passero rosso? Il passero rosso rappresenta nella storia la perfezione a cui ciascuno di noi mira, la soddisfazione personale che desideriamo da quando il dottore ci schiaffeggia per darci la vita. Rappresenta qualcosa di inarrivabile, una mancanza che persisterà irrimediabilmente fino al momento della nostra morte, una prigione, che tiene legata la nostra anima alle soddisfazioni terrene effimere. Il romanzo è volto a far auto-interrogare il lettore sulla sua vita, lo incoraggia a puntare in alto, ma allo stesso tempo a far capire che una volta arrivati sulla vetta il rischio di cadere si avvicina al massimo delle possibilità, ed è questo realismo dello scrittore che rende il romanzo unico e inimitabile.
Carlotta Boggi