Bonnie-Sue Hitchcock, L’odore delle case degli altri
Siamo negli anni ’70, in Alaska in cui il gelo che ricopre ogni cosa sembra essersi impossessato anche dei cuori degli abitanti, che trascorrono la vita limitati nel piccolo spaccato che la loro cittadina, Fairbanks, sembra offrire loro. Vivere l’adolescenza, impresa già abbastanza ardua di suo, in un contesto del genere risulta ancora più difficile per Ruth, una ragazza che sembra quasi essersi arresa alla speranza della felicità, Alyce, con il terrore di deludere i genitori, Hank, un ragazzo che si troverà costretto ad accollarsi più responsabilità di quelle adatte ad un giovane della sua età e Dora, segnata da un duro passato ed una difficile situazione familiare. Questi sono i protagonisti di “L’odore delle case degli altri”. Il libro tocca temi tra i più diversi, dal pregiudizio, alla paura, alle problematiche familiari, ma credo che il suo fine ultimo sia quello di spiegare la comprensione dell’altro, in tutta la sua complessità. È necessario infatti eliminare i pregiudizi, conoscere il passato ed i sentimenti delle altre persone prima di potersi buttare in un’impresa così ardua come la comprensione. Questa deriva dall’attenzione, attenzione per particolari che possono sembrare insignificanti come, appunto, l’odore di una casa che, interpretato anche come atmosfera o ambiente, se analizzato con la giusta cura, è in grado di raccontare una storia, di fornire un accesso alla sfera più intima e privata di una persona. Non sempre, però, è facile calarsi nell’intimità dell’altro.
Dopo scelte sbagliate, paure affrontate o una fuga dal proprio passato, con la possibilità di un nuovo inizio, ognuno dei protagonisti intraprende nel libro un viaggio personale che si conclude con una crescita interiore e profonda. Credo che uno dei messaggi che questo libro vuole lasciare sia che la maturità e la coscienza non sono sviluppati con il tempo, non arrivano come stretta conseguenza del “diventare adulti” ma dipendono totalmente da esperienze vissute, da ostacoli che la vita ci pone davanti e, soprattutto, da come li si affronta. Personalmente ritengo che questo sia un insegnamento realmente importante, in quanto il libro riesce a mostrarci come possa essere complessa la mente di un adolescente che, trovandosi a metà strada tra l’infanzia e l’età adulta, vive un periodo determinante della propria vita, in cui fare esperienze e, soprattutto, in cui formare la propria mentalità, con idee e pensieri diversi. Credo infatti che “L’odore delle case degli altri” sia un libro molto profondo che racconta una storia tanto dura quanto verosimile e che lascia nel cuore del lettore il desiderio di calarsi nei panni degli altri, di non giudicare e che fa realizzare come ciò che vediamo sia solo la punta dell’iceberg della vita degli altri, che possono avere alle spalle una storia complessa, da raccontare a chi sa ascoltarla.
Ho adorato il libro, scritto in modo semplice e scorrevole ma capace di farsi leggere tutto di un fiato e di far impersonificare il lettore nei protagonisti. Lo consiglio vivamente a chiunque voglia immergersi in una lettura piacevole ma capace di lasciare molti spunti di riflessione.
Letizia Marranci
Bonnie-Sue Hitchcock, L’odore delle case degli altri, traduzione di Lia Celi, Rizzoli, 2019, pp.272, €17