Ava Dellaira, Noi siamo grandi come la vita
Lettere d’amore alla morte.
Chi potrebbe scriverle, se non qualcuno che la conosce, che l’ha vista arrivare e portare via, così, da un momento all’altro, la persona che più amava?
Laurel, la morte non risponde. Né tanto meno rimanda indietro le anime che prende. È tutto inutile, qualunque cosa succeda dobbiamo solamente rimanere noi stessi.
May è un pensiero fisso, ma quel che grava di più sono i sensi di colpa, anche questi inutili.
Non possiamo rimpiazzare qualcuno che non c’è più, non possiamo riempire il vuoto, se ci spostiamo per tappare una falla nel nostro cuore rischiamo solo di aprirne un’altra in un altro cuore. Sky ha amato May, ora ama di nuovo, ama Laurel. Ama Laurel, non May.
Un libro molto toccante, duro, proprio com’è dura la vita. Gli intenditori, forse, hanno colto, come me, molte somiglianze nello stile e nella trama di questo libro con quello di Noi siamo Infinito (Ragazzo da parete): i riferimenti a gruppi musicali e cantanti, il carattere dei protagonisti, il loro passato (tanto per elencarne qualcuno).
Ciò non cambia il mio giudizio positivo su “Noi siamo Grandi come la vita”, ma accentua in me la curiosità per il prossimo romanzo di Ava Dellaira.
Flaminia Zilletti
Ava Dellaira, Noi siamo grandi come la vita (Love letters to the dead)