Antonio Ferrara, Zo’
ANTONIO FERRARA, ZO’, SAN PAOLO, 2016
Questo libro narra la storia di un ragazzo diciassettenne di nome Lucio, svogliato a scuola, ma bravissimo nella recitazione. Il suo soprannome, con cui tutti lo chiamano, è “Zo’”, abbreviazione di Zombie, legato ad un’altra sua passione, insolita: la morte. Non era solo una passione, era proprio qualcosa che gli apparteneva, che era sua e basta; gli sarebbe piaciuto conoscere qualcuno legato proprio ad essa. Un giorno vede Anna, una donna attraente, sul punto di gettarsi nel fiume. Questo incontro è destinato a cambiare un pezzo delle loro vite…
Con questa recensione vorrei veramente far capire che spesso leggere non è solo un passatempo, ma può dare insegnamenti importanti per la vita, e può aiutarci a crescere: spesso le domande che ci poniamo trovano risposta proprio in un libro. Questo in particolare mi ha insegnato molto: adoro il modo in cui Antonio Ferrara riesce a legare Anna, Marco e Lucio, adoro la forza, nella sua debolezza, che mette Anna nell’affrontare faccia a faccia delle vere tragedie, e come lei riesce a dare a Zo’ il sostegno che la sua famiglia non sa dargli, e come l’autore riesce durante tutto il libro a mantenere il rapporto che Lucio ha con la morte, ma a farci capire al tempo stesso il modo in cui una semplice passione può trasformarsi in un modo diverso di vedere e affrontare la vita, come fa Lucio quando recita. Interpretare qualcun altro lo fa stare meglio, lo fa fuggire un po’ dalla realtà, ma lo fa anche riflettere su come affrontare I suoi problemi, tanto che alla fine, dopo averne interpretati diversi, riesce a trovare il suo ruolo nello straordinario spettacolo della vita.
Aurora Galeotti