Antonio Ferrara, Ero cattivo
C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.
C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.
C’è chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto a ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo sognando.
Danilo Dolci
Angelo ha 12 anni, va in 3^ media, ma non è come tutti gli altri.
Lui è CATTIVO.
Quest’aggettivo è ormai diventato il suo nome. Era cattivo per i professori e il preside, per i suoi genitori e tutti i suoi coetanei. Ne combinava tante, piccoli stupidi scherzi, ma un giorno esagerò: fece morire la sua professoressa d’inglese. A quel punto era visto da tutti -anche da se stesso- come IL CATTIVO. I servizi sociali lo mandarono in campagna da Padre Costantino, un adulto diverso dagli altri. Padre Costantino camminava sempre con un sorriso e si portava dietro tanta allegria:vedeva la speranza in tutto e tutti, non solo in Angelo, ma anche in Leo che era un ladro amante del Jazz e clarinettista, in Nicola che se dava le spalle non era maleducazione perché ti risparmiava la sua faccia, amava la cucina e anche l’alcol, tanto che ne era dipendente ed infine credeva in Mara, che era stata violentata da suo cugino ed era rimasta incinta a soli 15 anni. Padre Costantino disse ad Angelo: “Gli angeli hanno un passato e i peccatori hanno un futuro”; inizialmente Angelo non capiva cosa significasse: gli piaceva stare lì, ma non voleva abituarsi, perché sapeva che i grandi riuscivano a rovinare sempre tutto. C’era una cosa che però amava, era il migliore amico dell’uomo, un cane bianco col muso nero, Selvaggio, glielo aveva portato Padre Costantino a patto che Angelo se ne prendesse cura. Amava anche la cucina di Margherita, anche a lei non mancava il sorriso, sempre allegra e gioiosa. Padre Costantino era l’unico che aveva la pazienza di aspettare che Angelo rivelasse il vero sé, non l’Angelo visto da tutti come il cattivo, quell’Angelo che non aveva mai avuto la possibilità di dimostrare la sua bontà e la sua utilità. Padre Costantino non si fermava alle apparenze, non si fermava alle voci che giravano, sapeva che c’erano dietro segreti innocui o terribili.
Abba Di Gregorio