Yves Grevet, Méto – La casa
Fin dalle prime righe l’atmosfera di questo romanzo appare molto strana e misteriosa, quasi inquietante. Ci troviamo su un’isola deserta, in una grande casa dove sessantaquattro ragazzi vengono sottoposti ad un rigido metodo di educazione. Sono divisi in gruppi per colore e le loro giornate nella casa le passano studiando materie approvate e imposte dai Cesari, agli ordini dei quali devono obbedire, pena il Frigo o un carosello di schiaffi. Inoltre un passatempo molto apprezzato e praticato è il violento gioco di squadra dell’Inche. Ma la loro peggiore paura è crescere troppo ed essere portati via dalla casa, perchè non conoscono nulla del loro passato e tanto meno del loro futuro. Cosa li attende una volta usciti dalla casa? Mèto e i suoi alleati tenteranno di conoscere la verità: dove si trovano lui e i suoi compagni? Perchè non ricordano nulla del loro passato prima dell’arrivo alla casa? E soprattutto, cosa li attende in futuro?
Mi è piaciuto molto leggere questo libro, perchè mescola con originalità molti generi letterari diversi: l’avventura di Mèto e i suoi amici, la descrizione e le suggestioni di questo stranissimo mondo antico e spartano, i colpi di scena che lo rendono quasi un romanzo di investigazione. Trovo ottima la descrizione passo per passo di questo ambiente freddo, oggettivo, distaccato. Ma il finale lascia suspance: la ribellione è stata indispensabile, ma come finirà la battaglia? Così ci lascia questo libro, con il fiato sospeso ad aspettare “Mèto-L’isola”.
Giulia Nerdi