Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
“Come potevo essere un libro aperto per lui, mentre io, in genere, non avevo idea di quali pensieri gli passassero per la testa? Eppure ero io quello che andava a scuola, che sapeva leggere e scrivere. Ero io il più intelligente. Hassan non conosceva l’alfabeto, ma sapeva leggere dentro di me. Avere qualcuno che in ogni momento sapeva di cosa avevo bisogno, era fastidioso, ma anche rassicurante.”
Questo libro magnifico racconta la storia di due ragazzi, del loro rapporto di amicizia. Un rapporto che non è come quello tra qualunque altro ragazzino, ma fra un servo ed un padrone che si ritrovano a vivere una terribile avventura capace di separarli nonostante l’amicizia profonda che li lega. Un’amicizia così forte da diventare un dolore, un rimorso, un rimpianto. Dopo il tragico evento al torneo degli aquiloni, il protagonista, Amir, si ritrova immerso nella vergogna. Non riesce più a guardare in faccia Hassan, il suo servo. Ed è successo tutto per colpa della sua paura. Hassan avrebbe dato la vita per lui. Lui non è riuscito nemmeno ad avere il coraggio di ammettere che era lì, davanti a quel piccolo vicolo mentre l’amico veniva punito della propria devozione al padrone.
Le loro vite si separano, poi viene la guerra. Amir e il padre scappano dall’Afghanistan. Amir diventa adulto, si sposa, ma a causa di una malattia perde il padre. L’Afghanistan è invaso dai Talebani. Ma un motivo spinge Amir a tornare laggiù: il socio del padre sta per morire. Così comincia un tuffo nel proprio passato, la propria vendetta su se stesso; la guerra contro i propri incubi si trasforma in realtà e il dovere di Amir verso Hassan viene finalmente compiuto.
Un libro indimenticabile, pieno di emozioni. Non ci si deve spaventare davanti alla sua grandezza perché lo si divora in pochi giorni. È un libro un po’ forte, le immagini che sono descritte sono anche violente. La precisione, i particolari le rendono molto realistiche. Un libro appassionante che riesce a penetrare a fondo nella nostra mente. Che riesce ad iniettare dentro di noi le sensazioni dei protagonisti. La loro tristezza, la loro gioia, il loro dolore.
Flaminia Zilletti
Consiglierei questo libro a tutti i ragazzi perché è un libro che fa riflettere su fatti accaduti e che fanno modo di essere più comprensivi con le persone