L’incipit della settimana: David Almond, La guerra è finita
La prima volta che John vide Jan, il ragazzo tedesco, fu il giorno in cui andò in visita alla fabbrica d’armi.
Sin da piccolo l’aveva vista ingrandirsi sempre più, e quando era scoppiata la guerra la fabbrica s’era ingigantita ancora, non la smetteva di crescere. Era lunga oltre un chilometro adesso. John quasi non ricordava più com’era prima, così come faticava a ricordare com’era lui stesso prima, nei giorni lontani prima della guerra.
Era la fabbrica d’armi più grande del mondo. Lì dentro si costruivano navi da guerra. Si producevano fucili e bombe e granate. Era la fabbrica dove lavorava la sua mamma, e dove lavoravano tante altre madri. Le operaie erano lì giorno e notte. Facevano gli straordinari e i doppi turni. Si lavorava sodo, sempre più e sempre più a lungo.
All’inizio e alla fine di ogni turno, per le strade sfilavano lunghe schiere di donne in camici azzurri, dalle case ai cancelli della fabbrica, e dalla
fabbrica alle case.
Le strade echeggiavano
dei loro passi,
delle chiacchiere,
delle risa,
delle canzoni che cantavano.
David Almond, La guerra è finita, illustrazioni di David Litchfield, traduzione di Giuseppe Iacobaci, Salani, 2021, pp. 123, €14,90