I lettori ci scrivono: Louisa May Alcott, Piccoli uomini
Il romanzo che ho letto, “Piccoli Uomini”, è il terzo dei quattro volumi della saga più famosa di Louisa May Alcott, “Piccole Donne”. Al suo interno vengono narrate avventure e marachelle dei briosi ragazzi di Plumfield, un collegio piuttosto particolare gestito dalla più vivace e strampalata delle sorelle March (protagoniste di “Piccole Donne”) assieme a suo marito.
Questo libro mi è piaciuto molto; non è presente una vera e propria trama, ad ogni capitolo corrisponde un’avventura diversa vissuta sempre però dagli stessi “attori”, quindi è tutto strutturato come una serie TV: un capitolo tira l’altro invogliando il lettore ad andare avanti anche senza suspense, e risulta facile e piacevole seguire la storia. Tra i personaggi principali non c’è un protagonista, tutti appaiono sullo stesso piano e vengono descritti nei minimi particolari a livello caratteriale; è presenteaddirittura un capitolo loro dedicato, risulta perciòsemplice innamorarsene per i vari e unici lati caratteristici che emergono. Inoltre i discorsi, per la maggior parte diretti liberi, sono scorrevoli e certe volte divertenti, grazie all’intervento esuberante di qualche ragazzo e persino dei padroni del collegio. Le sequenze narrativepossiedono gli stessi pregi, ma a intervalli regolari perdono valore e brio con frasi lunghe e piene di osservazioni moralistiche che annoiano un po’.
Ciononostante, sono pienamente soddisfatta di questa lettura, dotata di una struttura semplice ma ricca di parole colme d’amore e saggezza, espresse spesso tramite alcune metafore spiegate dall’autrice in casi di difficile comprensione.
“Piccoli Uomini” mi ha insegnato ad apprezzare, valorizzare e rispettare di più gli altri, anche quelli che possono sembrare una fortezza inespugnabile per il loro apparente caratteraccio, con tutti gli aspetti negativi e positivi che li rendono unici al mondo e speciali. Ho imparato anche che non bisogna mai arrendersi nella vita, sia in generale che con certe persone che appaiono impossibili da plasmare positivamente per il loro bene e quello degli altri, ma che con un po’ d’impegno personale e adeguate attenzioni altrui riusciranno sempre a cambiare. Posso concludere dicendo che consiglierei vivamente Piccoli Uomini a tutti coloro che vogliono prendersi una pausa attraverso la semplice ma efficace e piacevole lettura di un romanzo che, se dovessi immedesimarmi in un adulto, mi farebbe tornare ragazzina e divertire come un tempo, insegnandomi però non delle nozioni scolastiche, ma le regole del cuore che purtroppo certi adulti, pur essendo laureati o super intelligenti, non conoscono ancora.
Alchemilla Andreis