L’incipit della settimana: Kevin Brooks, Lucas
È stata un’idea di mio padre quella di scrivere di Lucas, Angel e degli avvenimenti dell’estate scorsa.
«Non ti farà stare meglio,» mi aveva detto «e potrebbe anche peggiorare le cose. Ma non devi lasciare che la tristezza muoia dentro di te. Devi darle vita. Devi…» «Tirarla tutta fuori?» Aveva sorriso. «Qualcosa del genere.» «Non lo so, papà» gli avevo risposto sospirando. «Non so se sono capace di scrivere una storia.» «Ah, che sciocchezza! Tutti sono capaci di scrivere storie. È la cosa più facile del mondo. Altrimenti come credi che abbia fatto a guadagnarmici da vivere? Non devi fare altro che raccontare la verità, dire le cose come stanno.» «Ma io non lo so qual è la verità, non conosco tutti i dettagli, tutti i fatti…» «Le storie non si basano sui fatti, Cait, né sui dettagli. Le storie sono sentimenti. Quelli ce li hai, vero?» «Troppi.» «Be’, allora non ti serve altro.» Aveva posato la mano sulla mia. «Tira fuori le parole come se fossero lacrime, tesoro. Funziona. Fidati.»
Mi fidai di lui e piansi la mia storia.
Kevin Brooks, Lucas, traduzione di Giorgio Salvi, Piemme, 2019, pp. 336, €17