Reki Kawahara, Sword Art Online
4 Settembre 2018
Avete mai immaginato a come potrebbe essere il mondo tra cinquant’anni o a che livelli potrebbe arrivare la scienza ?
Di fronte a questa domanda in parecchi penserebbero ad un mondo popolato da robot e macchine volanti, magari facendo riferimento a qualche film visto in TV come Irobot , Futurama oppure Io sono leggenda per i più drastici. E se invece vi dicessi realtà virtuale ? Pensereste che sarebbe una “figata” e non vorreste fare altro che giocarci tutto il giorno. Vi avverto però, fate attenzione a ciò che volete perché potrebbe succedere che una volta entrati nel gioco non riusciate più ad affettuare il logout restandovi così bloccati all’interno e avendo come unica via di uscita quella di completare il gioco. Tutto sommato non sarebbe poi così tanto male…se non fosse che alla morte virtuale corrisponderebbe quella nel mondo reale. È così che diecimila ragazzi sono rimasti intrappolati per ben due anni in SAO, conosciuto anche come Sword Art Online. Un mondo virtuale al centro del quale si trova una torre di ben cento piani, ognuno dei quali contenente centinaia di mostri da sconfiggere per accedere al livello successivo. Un vero e proprio incubo dal quale è impossibile svegliarsi, dove paura e dolore sono reali e le probabilità di impazzire o morire sono troppo elevate. In tutto ciò però amore e amicizia hanno continuato ad esistere creando legami indissolubili tra le persone e donandogli così una ragione per andare avanti.
Questo è il mondo di SAO: un anime, un manga e anche un film.
Inutile dire che dall’inizio alla fine avrete il fiato sospeso, cercherete di trattenere le lacrime e sorriderete tirando un sospiro di sollievo quando si salverà un personaggio o accadrà qualcosa di bello.
Leggetelo o guardatelo non rimarrete delusi, e tranquilli non rischierete di rimanere imprigionati… a patto che non ci giochiate.
Eleonora Boni