Margherita Oggero, L’amico di Mizù
“L’amico di Mizù” non è un bel libro. O meglio: è un libro fuori posto. Arrivato nelle classi delle medie avrà pensato di essersi perso e si sarà sentito a disagio. Poi, tranquillizzato dalla presenza di “L’estate in cui diventai famosa e i miei genitori non se ne accorsero” avrà tirato un sospiro di sollievo e, con noncuranza avrà preso posto al suo fianco. Che volete farci? Ognuno ha i propri alti e bassi, poi magari, un bel giorno, un bambino di cinque o sei anni… forse quattro o tre, se la mamma è disposta a leggerglielo…
Povero piccolo Amico di Mizù, vittima del caso! Caso che intervenne nell’omicidio di Bambino… perché cosa fu la soluzione del delitto se non il frutto di alcune fortunate coincidenze? Del resto la storia dipende nel complesso dalla fortuna (o sfortuna).Viene quasi da pensare che lo stesso libro sia una casualità… non dico altro, una parola in più e il minimo gusto di leggerlo, venuti a conoscenza della trama, sfumerebbe completamente. Una domanda: si può sapere che c’entri il leone vegetariano? Io non l’ho ben capito, ditemi voi…
Giuditta Zilletti