Michela Turra, Il mondo nel palazzo
Un grande condominio, un po’ scalcinato, ai margini della città, con le pareti sottili che non trattengono odori, sapori, umori; un luogo di frontiera caratterizzato da esplorazioni e sconfinamenti, che diventa una palestra per la convivenza delle seconde generazioni di migranti. Cina, Marocco, Ucraina, Turchia, Albania, Italia che imparano a superare le barriere e tentano di definire un’identità comune.
Qui Xin sogna che la bancarella al mercato sia solo un’anteprima di un avvenire radioso; qui Aymen e Khalid si confrontano, con accenti diversi, con le loro radici religiose; qui Ostap tenta di lasciarsi alle spalle l’incubo di un’esperienza tremenda; qui Denise cerca di rafforzare una fragile identità; qui Silvia vive l’esperienza di considerare cosa significhi dirsi italiani nel terzo millennio. E Tair, l’anziano rom del decimo piano consentirà, suo malgrado, alle tessere di questo mosaico di sperimentare il valore dell’incontro.
Nel romanzo di Michela Turra si racconta il quotidiano multietnico di un gruppo di adolescenti che ripropongono, nel microcosmo di un singolo palazzo, tutte le classiche dinamiche dei migranti: la sospensione tra passato e futuro, l’attaccamento alla cultura di origine e la tentazione del nuovo, l’ansia di accettazione, la diffidenza e l’istintiva curiosità. Il romanzo è ben scritto e si rivela una lettura assolutamente formativa che, pur restando talvolta prigioniera di un eccessivo didascalismo, fornisce ad adolescenti e genitori, ad educatori ed insegnanti una chiave di lettura del nostro quotidiano.
MB