Paolo Genovese, Perfetti sconosciuti
Uno straordinario evento quale l’eclissi spinge Eva e Rocco ad invitare degli amici per cena. Questa prosegue tranquilla tra risa e aneddoti divertenti quando Eva, la padrona di casa, propone di fare un gioco: posare i cellulari sul tavolo, ascoltare le chiamate e leggere i messaggi insieme. Convinti anche i più restii a partecipare, sulla tavola adesso si trovano sei telefoni e il gioco ha inizio. “Quante coppie si sfascerebbero se uno dei due guardasse nel cellulare dell’altro?” E’ la semplice domanda che dà forma al film. Il gioco degenera velocemente e i sei amici che si frequentano da una vita scoprono verità spiacevoli e dolorose capendo di non conoscersi affatto.
Trama dal clima teso e di angoscia crescente, agevolato dall’unità di spazio in cui si svolge il film, il salotto dove gli amici cenano. Salotto che man mano diventa soffocante, stretto e decisamente troppo piccolo. Da un inizio divertente e leggero la storia prende un’altra piega, divergendo completamente e terminando con una crisi in piena regola.
“Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”
Sebastiano Poli