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Elena Ferrante, L’amica geniale

Elena Ferrante, L’amica geniale

“Forse devo cancellare Lila da me come un disegno sulla lavagna, pensai, e fu, credo, la prima volta. Mi sentivo fragile, esposta a tutto, non potevo passare il mio tempo a inseguirla o a scoprire che lei mi inseguiva, e nell’un caso e nell’altro sentirmi da meno.”

L’amica geniale è il primo volume della celebre quadrilogia di Elena Ferrante. Il romanzo segue l’infanzia e successivamente l’adolescenza di due ragazzine: Elena, per tutti Lenù, e Raffaella, per tutti Lina, ma solo per Lenù, Lila. La potenza di questo romanzo, apparentemente senza un trama imponente, sta tutta nella complessa natura dei personaggi e nella capacità dell’autrice di raccontare in modo così realistico le loro vite immerse nella violenza di quegli anni. La storia è infatti ambientata negli anni ’50 in uno dei rioni più degradati di Napoli, dove per una bambina, anche solo vivere la propria vita o continuare gli studi era un vero e proprio lusso.

Ed è proprio a scuola infatti che le due protagoniste si conoscono: la voce narrante è Lenù, una bambina diligente, brava, bionda e bella, mentre Lila, l’amica geniale, è intelligente, mora, ribelle e spesso sporca. E chissà, forse è proprio questa spiccata diversità di Lila che incuriosisce Lenù a seguirla costantemente, come se la sua vita dipendesse solo dalla nuova amica.

Ammetto di essermi imbattuta in questo romanzo non per caso, ma principalmente attratta dal successo che ha riscosso negli anni e dal mistero che circonda l’identità dell’autrice. Mi ero però prefissata una regola prima di iniziarlo, e cioè di dimenticare ogni giudizio altrui su di esso e di farmi una mia vera e propria opinione a riguardo, e così è successo. Che dire? L’ho adorato dalla prima fino all’ultima pagina e non solo perché rispecchia a pieno uno dei miei generi preferiti e cioè il romanzo di formazione, ma perché l’ho trovato diverso dagli altri. “L’amica geniale” ha quel qualcosa in più, ha quella forza misteriosa di attrarre il lettore e di arricchirlo costantemente, di farlo innamorare,  di farlo arrabbiare, di commuoverlo. La storia potrebbe benissimo concludersi così, ma no, la Ferrante ha avuto la brillante idea di continuare a sciogliere i tanti nodi che legano l’amicizia di Lila e Lenù per ben altri tre romanzi, che sinceramente non vedo l’ora di leggere.

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Vittoria Ridolfi

View Comment (1)
  • Brava! Bella recensione! Per me non sono quattro romanzi, sono un libro unico uscito in quattro puntate! Li ho divorati uno dopo l’altro ed alla fine il senso di vuoto è stato così forte da impedirmi di iniziare un nuovo romanzo per qualche settimana…

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