John Green, Cercando Alaska
Se gli esseri umani fossero precipitazioni atmosferiche, io sarei stato una pioggerella, lei un ciclone.”
Lei amava leggere, Lei amava la poesia, Lei era coraggiosa, Lei era forte, Lei era tutta alti e bassi: Lei era il suo Grande Forse.
Lui era sempre stato tutto il contrario, Lui era timido, Lui era introverso, Lui non aveva mai avuto amici: Lui era sempre stato una certezza; ma quell’anno l’aveva cambiato, era stato un anno di paure, di pianti, di risate, di amicizie ma soprattutto era stato un anno di Lei: un anno del Suo sorriso, delle Sue arrabbiature senza motivo, delle Sue confessioni.
Ma chi era veramente Lei? Lui non l’aveva scoperto e non l’avrebbe scoperto mai.
Come poteva La regina degli scherzi saper ridere con qualcuno come una pazza e dopo qualche minuto essere capace di sbattere in faccia la porta alla stessa persona senza motivo, Lui non lo sapeva, ma sapeva che quel qualcuno voleva essere Lui.
Questa storia è nuda, cruda, amara: proprio come la vita, vera.
Questa storia ha un “prima” che ti fa aspettare a denti stretti il suo durante, il suo presente che che dura solo un attimo, è questa la sua grandezza: riuscire a rendere l’attimo che sulla carta dura una pagina scarsa, infinito e immortale e ha un “dopo” che ti fa rimpiangere di essere arrivato fino a là, di non avere più la possibilità di leggere per la prima volta quel presente immobile, che ormai hai scoperto ma che non è svanito ma che, anzi, quel “dopo” riesce a rendere più forte di prima.
Questa è la storia di come Miles è riuscito ad avere degli amici, di come sia riuscito ad innamorarsi e di come sia cambiato PAFF in un momento.
Questo romanzo non dà delle Risposte ma delle Domande che sono, quasi sempre, più importanti. “Come si può uscire da questo labirinto di sofferenza?” Il libro non mi ha dato la Risposta, solo questa grande Domanda, la Risposta va trovata in ognuno di noi.
Per me è semplicemente Speranza.
Emma Mazzanti
